QUAL’E’ STATO IL MOMENTO PIU’ FELICE DI VITA?   (16/07/25)

Un tipo che ritengo alquanto sveglio e
spiritoso, al quale ho donato il bigliettino    
coi miei dati poetici, chiede per radio ciò
che ho riferito nel titolo: così la mia me-
moria va a quando quel mattino ad Arbe,
l’isola dalmata dell’amore, mi svegliai qua-
si prima dell’alba e decisi di andare nel
bungalow di Susanna - la mia nuov’amata
là incontrata (avevamo sui diciott’anni ed
era l’estate del 1964) - per risvegliarla con
un mio bacio quale Ulisse con Nausicaa o
se vogliamo il Principe azzurro con la Bella
addormentata nel bosco…

Lei tranquillamente, mentre io entravo in
punta di piedi, stava ancora nel mondo dei
sogni ed io arrivai sul suo ‘giaciglio’ per
‘abbaciarla’ (come poi avrei definito quel
gesto, proponendo nientemeno che alla
Crusca quella felice manifestazione di
affetto in una sola parola): ancora impa-
stata di sonno volle rispondermi corri-
spondendo felice a quel gesto d’amore,
amore che con gioco e felicità mai è
stato abbandonato, quasi avessi sempre
coltivato il culto del Tao, la via dell’asso-
luto che cerca di dar senso a nostra uma-
na (e transumana) vita.

Fu una corresponsione che a me donò
imperitura memoria, ora trascritta in
poesia quale suo insostituibile strumento
sublimante e fu nel sublime che c’incam-
minammo mano nella mano verso la
riva del mare, che poi contemplammo
insieme nel suo farsi blu-azzurro sotto
la luce del sole nascente!

Anche se “omo sanza lettere” ho po-
tuto vivere il mito d’Odisseo senza
doverlo assumere dalla lettura di
Omero o financo di Platone!
È questa la filosofia d’amore che
testimonio al di là degli impaluda-
menti accademici e delle brame
editoriali di profitto sull’altrui opera
d’arte! Evviva l’intoccata memoria
divulgata senza intermediari volga-
rizzanti, dunque tradenti lo spirito
di poesia creata per dialoghi interiori…

Ciao Felicità, io ti saluto in poesia per
i secoli dei secoli! E così sia!

MARCO MARIA ELLER VAINICHER